http://dati.culturaitalia.it/resource/oai-culturaitalia-it-museiditalia-work_85895 an entity of type: E22_Man-Made_Object

L'opera è registrata al numero 1993 dell'inventario del Museo Civico di Reggio Calabria stilato nel 1915 (Geraci 1975), non trova però riscontro nel precedente Inventario del decennio 1882-1891 (Archivio Storico S43, cart.14, pos.14, fasc.1). Deve presumersi quindi che sia confluita nelle collezioni comunali reggine in un momento intermedio a queste due date. Ancora Geraci (1975) riporta la non meglio precisata notizia di un'antica attribuzione della tavola in oggetto alla mano di Antonello Rizzo; attribuzione espunta dal medesimo Geraci in favore della paternità ad Andrea Sabatini da Salerno. Un'attribuzione al Sabatini, o al suo ambito, è confacente alle caratteristiche di stile evidenziate dall'autore della tavola reggina, che rivela una fine sensibilità cromatica, nonostante qualche debolezza nel trattamento dei panneggi e nel proporzionamento della figura. Il trattamento cromatico e luministico denuncia la conoscenza dello sfumato lombardo, mediato in Italia meridionale da Cesare da Sesto, non a caso figura cardine nella formazione artistica del Sabatini (Giusti/ Leone De Castris 1988). I modi ariosi e monumenatali della pittura romana di derivazione raffaellesca, studiati dal Sabatini con particolare attenzione tra il 1511-1515 (Giusti/ Leone De Castris, 1988), si sposano ad un'attenzione disegnativa e decorativa, particolarmente evidente nei ramages sul piviale del santo o nella fibula. Qualora venisse accettata l'autografia dell'opera (della quale non si fa menzione nel catalogo della mostra sul Cinquecento meridionale e sul Sabatini: Previtali 1986), ne andrebbe definita la collocazione cronologica all'interno dell'iter artistico del pittore salernitano, ma per la quale sembrerebbe plausibile un'appartenenza al periodo finale della prima formazione, comunque precedente la svolta manieristica del terzo decennio.Sulla storia conservativa del dipinto, Geraci (1975) riferisce di due interventi di restauro subiti dall'opera nel corso degli anni sessanta del '900. 
Dipinto a tempera mista su tavola raffigurante un Santo Vescovo. 

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