http://dati.culturaitalia.it/resource/oai-culturaitalia-it-museiditalia-work_35790 an entity of type: E22_Man-Made_Object
"Per la casa di Dio non ho limite" con queste parole il re Carlo si rivolse al Vanvitelli nel 1752 riferendosi alla cappella palatina. Vanvitelli non deluse le sue aspettative e destinÚ alla decorazione della cappella i marmi pi˘ belli: le pietre farnesiane, il giallo e il verde antico, il giallo di Verona, il fior di persico e il giallo di Mondragone. Per il reperimento dei marmi pregiati non si risparmiarono chiese antiche e templi. Capo degli scalpellini addetti alla decorazione architettonica fu Filippo Retrosi romano che giunse a Caserta per volere di Luigi Vanvitelli. Nel 1760 subentrÚ a Domenico Giovannini nell'appalto dei lavori di travertino per il Real Palazzo di Caserta. Retrosi ebbe alle sue dipendenze un cospicuo numero di aiutanti, spesso romani, tra cui Raimondo e Antonio Retrosi. Tra gli scultori impegnati nella decorazione della cappella Tommaso Solari eseguÏ i due angeli. Fagiolo definisce beniamini questi elementi della cappella che potrebbero essere stati ispirati al Vanvitelli da quelli dei Santi Apostoli a Roma
Mezzacupola decorata con rosoni iscritti in esagoni tripartita da due doppie cornici che contengono una ghirlanda. Sul timpano del ciborio dell'altare maggiore, una piccola gloria col nome di Maria e due angeli.