http://dati.culturaitalia.it/resource/oai-culturaitalia-it-museiditalia-work_35756 an entity of type: E22_Man-Made_Object
Il dipinto raffigura Cerere, dea delle messi, che avanza verso un fauno seduto accanto ad un albero. La dea stringe nella mano destra un fascio di spighe mentre col braccio sinistro solleva un calice fumante. Il fauno porta lo zufolo alla bocca mentre la guarda intensamente. Li sormontano tre amorini che osservano compiaciuti la scena, mentre sullo sfondo due contadini sono intenti alla raccolta del grano. I personaggi, dalle vesti svolazzanti come se agitate da un lieve venticello, sono immersi in un ambiente narturalistico di sapore bucolico.
Giuseppe Cammarano oltre ad essere un abile ritrattista, tra la fine del '700 e gli inizi dell'800, si affermÚ anche come pittore di scene di genere; in esse compose temi e figure di stampo classicheggiante legati tuttavia ancora a un gusto tutto settecentesco. Allievo di Domenico Chelli e suo collaboratore, a Napoli entrÚ presto in contatto con il filone neoclassico tedesco e lavorÚ nella bottega di F. Fischetti. Dopo due anni di pensionato borbonico a Roma (1786), tornato a Napoli, fu impegnato nelle pi˘ importanti commissioni di corte. Nel 1806 gli fu assegnata la cattedra di Nudo e la nomina di vicedirettore dell'Accademia di Disegno (in sostituzione di D. Mondo), passando poi nel 1822 alla cattedra di Paesaggio. Dopo altri due anni di pensionato, nel 1827 fu titolare della cattedra di Disegno insieme all'Angelini.