http://dati.culturaitalia.it/resource/oai-culturaitalia-it-museiditalia-work_35647 an entity of type: E22_Man-Made_Object

Nella sovraporta Ë raffigurata Melpomene, musa del canto e della tragedia, come si evince dal suo attributo la maschera tragica. Figlia di Zeus e Mnemosine, personificazione della memoria, insieme alle otto sorelle, rallegrava con il canto il banchetto degli dei sotto la guida di Apollo. Sulla Terra le muse abitavano nelle vicinanze di freschi ruscelli mormoranti, in un paesaggio simile a quello raffigurato nel dipinto. Qui Melpomene appare come una giovane e leggiadra fanciulla, in abiti mossi dal vento, leggeri calzari e una corona di fiori sul capo. Intorno a lei tre piccoli putti. 
Gli esordi sono testimoniati dal "San Raffaele e Tobiolo" sull'altare maggiore di San Raffaele a Pozzuoli, firmato e datato 1749, e da alcuni bozzetti nell'Istituto Suor Orsola Benincasa. La formazione avvenne in ambito solimenesco, ma verso la fine degli anni Cinquanta si registra un sicuro processo di accrescimento in senso moderatamente rocaille, in direzione di Corrado Giaquinto, ma non si esclude la conoscenza di modelli francesi. Dal 1769 al 1777, dipinse per la Reale Arazzeria dodici modelli preparatori agli arazzi con "Storie di Don Chisciotte", destinati alla Reggia di Caserta. Nel 1774 lavorÚ alla decorazione di alcuni ambienti di Palazzo Reale a Napoli e dal 1779 al 1781 fu impegnato a Caserta in alcune sale dell'Appartamento Vecchio. 

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